Una donna in Calabria porta avanti con tenacia la divulgazione del microcredito perché dice “può cambiare il volto dei nostri territori e abilitare il grande talento umano di cui dispone il Sud”. E’ Katia Stancato, economista, specializzata in Europrogettazione per la PA, project manager della Fondazione Carical di Calabria e di Lucania, con un passato nella rappresentanza delle imprese cooperative e del Terzo Settore, che oggi, con la sua MICREO società di consulenza aziendale, è Tutor dell’Ente Nazionale per il Microcredito.
Con il mese dell’Educazione finanziaria, nell’ Ottobre scorso, è partito il progetto A.Mi.Co. acronimo di Azioni Microcredito Cosenza, del quale è ideatrice.Grazie ad esso diverse sono le donne hanno scelto di mettersi in gioco.
Che cos’è il progetto A.Mi.Co., a chi rivolge e cosa aggiunge al ricorso al microcredito tradizionale?
E’ un progetto promosso dalla Fondazione Carical, la Camera di Commercio di Cosenza e dall’Istituto di Studi e Ricerche sociali “E. Gorrieri”. Si rivolge al territorio della provincia di Cosenza e prevede 3 fasi: la prima è un’attività di promozione del Microcredito, perché è uno strumento efficace ma ancora poco conosciuto.
Con i promotori del progetto, i Tutors e i rappresentanti del Fondo di Garanzia PMI abbiamo realizzato un road show di divulgazione. La seconda prevede che la Camera di Commercio di Cosenza, attraverso un avviso pubblico, destini ai fruitori del microcredito, al fine di abbattere il costo del danaro, piccoli sussidi a fondo perduto; infine il progetto rafforza l’accompagnamento alle micro imprese che già viene fatto dalla comunità di Tutors dell’Ente Nazionale.
Abbiamo attivato presso la CCIAA lo sportello micro lavoro attraverso il quale diffondiamo la nostra idea di accompagnamento: quella che incentiva il rapporto umano e lo scambio di informazioni e di competenze tra generazioni.
Quante donne sono state inserite nel programma del Progetto A.Mi.Co. e quali sono le storie più significative?
Il progetto, ma più in generale il microcredito ha un grande impatto sulla vita delle donne che scelgono di fare impresa perché facilita la realizzazione delle nostre passioni, della nostra creatività, perché ci dà credito, non solo inteso come finanziamento ma anche come fiducia. Le storie sono tutte belle perché uniche. Ricordo Mama’s Book la storia di due ragazze giovani e colte, Marta ed Emanuela, è il loro investimento nella libreria Raccontami, un luogo dove i bambini possono imparare, grazie ad una varietà di attività, l’amore per la lettura; il coraggio di Simonetta farmacista, che dopo tanti anni di esperienza come dipendente, decide di aprire IGEA nel cuore di Cosenza, una parafarmacia che tra i servizi prevede la consulenza specialistica gratuita alle persone svantaggiate; l’orgoglio di Piera che sullo Ionio apre un locale dove si può bere e mangiare solo a km zero; la passione di Letizia che avvia, dopo anni di precariato e lavoro nero, il suo Salone delle Coccole, una parrucchieria che è anche un luogo di relax; la fantasia di Alessia che sul Tirreno cosentino apre uno store per la vendita di caffè e tisane in cialde; la praticità di Gloria che dalla sua esperienza di mamma trae la sua idea imprenditoriale è avvia lo Baby Store, quì per ottimizzare il tempo, le mamme trovano tutto ciò che occorre, dall’allattamento alla prima infanzia e a prezzi competitivi.
Ecco queste sono solo alcune storie di vita e di impresa sviluppate con il sostegno di progetto A.Mi.Co. e con lo straordinario potenziale del microcredito.
Può dirci in poche battute perché il microcredito deve essere sostenuto in una regione come la Calabria?
La Calabria è abitata da tanti eroi del quotidiano, capaci di cose straordinarie e semplicissime e quindi assolutamente preziose. Persone le cui storie nessuno conosce, sepolte come sono dall’immagine stereotipata della Calabria che troppo spesso viene raccontata dai media come l’unica possibile. Ho imparato a conoscere il potere con il quale il talento umano, sostenuto dalla fiducia e da strumenti concreti come il microcredito, può attivare percorsi di cambiamento economico, produttivo e sociale. Il mio augurio allora, che siano tante persone oneste, operose, capaci di guardare lontano che busseranno alle porte delle banche per avviare o consolidare attività con il microcredito. E non siano costretti, uscendo dalle banche, a chiedere denari a chi li aspetti fuori, con il portafoglio gonfio e il cuore vuoto di ideali. La criminalità, infatti, si nutre anche di questo: della disperazione dei buoni. Rendiamoli liberi, invece, dando loro credito e fiducia.
Elvira madrigrano – Giornalista
Ente Nazionale per il Microcredito